In spiaggia col telefonino: 5 consigli tutti anconetani per non rompere l’anima a chi hai attorno.
Il telefonino è ormai un’insostituibile appendice di noi stessi. In casa, in ufficio, in autobus, in treno, lungo il marciapiede, persino in bagno miliardi di persone trascorrono le loro giornate con lo sguardo incollato al display. E durante l’estate, ovviamente, il nostro smartphone di ultimissima generazione, scende in spiaggia con noi e si piazza prepotentemente al nostro fianco, sotto l’ombrellone. D’altronde, sia mai che ‘ndamo al mare senza Facebook e Whatsapp. Il risultato? Un caligo de gente insopportabile che discore manco duvesse murì dumatina. E allora, come sempre, direttamente da Sarai Belo Te, ecco 5 consigli tutti anconetani cuscì che quando dopri el telefunì nun rompi l’anima a nisciuno. Dopri è voce del verbo adoperare. L’italiano, te l’avemo già detto, tocca sapello.
- Se hai l’abitudine di inviare messaggi vocali, sarà il caso che gambi registro. Ché nun è che nialtri semo venuti al mare per sta a sentì a te che stridi da solo come un ciambotto.
- I video di TikTok vanno ascoltati a basso volume. Meglio se con gli auricolari. Tra l’altro al posto tuo, de fa sentì a tutti le scemate che senti te, ce vergognerestimo come ladri. Vergognerestimo è condizionale presente del verbo pronominale vergognarsi, seconda persona plurale.
- Parla piano, quando sei al telefono. E non usare il vivavoce. Se vojo venì a sapé i afari dei altri, vo da mi nonna.
- Se sei di quelli che, quando vanno a fare il bagno, coprono il telefonino con l’asciugamano convinti che nessuno lo possa scorgere, fatte véde. Da uno bravo.
- Prima di scattarti un selfie col tuo potentissimo smartphone, accertati di inquadrare in pieno anche i vicini di ombrellone. Poi, mi raccomando, pubblica la foto sui social, coi vicini mezzi nudi in costume, ben riconoscibili e ben in evidenza. Cuscì è la volta bòna che te rinchiudene in galera. E finalmente ce liberamo de te.