Sotto l’ombrellone con educazione: 5 suggerimenti tutti anconetani per comportarsi in spiaggia come si deve. La guida di Sarai Belo Te per non rompere l’anima agli altri almeno mentre sei al mare. Almeno.
In spiaggia, in mezzo al calìgo de gente che c’è in agosto, nun pòi fa cume te pare. Cel zapevi, scì? Bene. Allora, visto che sei in ferie e che trascorri buona parte della tua giornata in mutande tra Palombina, il Passetto, Portonovo e Marcelli, eccoti 5 suggerimenti che, quando sei sotto l’umbrelló, è bene tu metta rigorosamente in atto. Ché nun è che nialtri andamo al mare per soportà le cafonate tue.
- Se proprio devi discorrere col vicino di ombrellone, fallo a bassa voce. Ma se nun discori per gnente fai el dovere tuo. Discori tutto l’anno, ciai propio bisogno de tacà butó ancora soto l’umbrelló?
- Se sei di quelli che hanno l’abitudine di ascoltare la radio in spiaggia a tutto volume, fattela passà. Te l’hanne detto che hanne inventato i auricolari, scì? Pìate sti ciaffi qui e mételi su. Costa pogo e vale pogo. Ma per la musica che senti te, basta e avanza.
- Occupa solo il posto strettamente limitrofo al tuo ombrellone. Cel zai cusa vol di’ limitrofo? Vol di’ lì de óltro. L’italiano tocca sapello.
- La suoneria del telefonino tienila silenziata. Tanto chi vòi che te chiama, che nun te soporta nisciuno?
- Quando ti tuffi in acqua vedi di non schizzare gli altri. Ché se per caso me sghizzi mentre so lì che me-butto-non-me-butto, giuro che te corro dietro a nòto fino in Croazia.