Ce senti o ciai l’utite? Del perché in Ancona sémo tutti dottori
Vuoi perché in Ancona ci sono numerosi ospedali, vuoi perché la facoltà di Medicina della nostra città è una delle più prestigiose di tutto l’orizzonte accademico, in Ancona, se ce fai caso, semo tutti dottori. Ancona è, a tutti gli effetti, la patria della diagnosi, la capitale della Medicina. Lo testimonia il fatto che quando discorémo de medicina nialtri semo cuscì guzzi che la Treccani ce fa le grìciole. Al bar, al parco, al mare, lungo il corso, è un continuo, dotto disquisire di patologie e di terapie, con una padronanza del linguaggio medico da far invidia persino a Ippocrate. Insomma, se stai male e vòi sapé de che morte hai da murì, devi venì in Ancona. Pia presempio la tosse. In Ancona, se la tosse è appena accennata, ciai el raspì. Se invece è profonda, quello è castró. Sfumature colte, roba da luminari dell’otorinolaringoiatria.
E i brufoli? Ciai mai avuto, da fiòlo, i brufoli? Ecco, in Ancona quelli se chiama brusciòli. Dermatologia d’avanguardia. Quando invece te pia el nervoso e somatizzi più del dovuto, in Ancona è presto detto: ciai el rusighì de stòmigo. Più chiari de cuscì se mòre. Se po’ te capita de scortigàtte un braccio, na mà, na gamba o un ginocchio, quello, ninì, in Ancona è uno sfrìgio. Voce del verbo sfrigiare. Ce metti un po’ de spirito e sei a posto. Poi c’è l’herpes, quello labiale. In Ancona se chiama bocaròla. Soprattutto se te scappa fòri ntéi angoli. Ma l’apice del rigore scientifico, nel capoluogo dorico, lo raggiungiamo ancora una volta in materia di otorinolaringoiatria, perché se te dòle le recchie, fiolo mio, méttete el còre in pace: ciai l’utite. E per chiudere, l’apoteosi, il rimedio dei rimedi, l’antinfiammatorio per eccellenza, la panacea di tutti i mali, l’incontro più sublime dell’arte con la scienza: il bagnòlo.